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Branco di lupi attacca allevamento, sbranate 45 pecore

Strage di ovini a Pievescola

Siena, 15 gennaio 2015 – Quarantacinque animali uccisi nella notte: pecore (alcune delle quali gravide) e agnelli. Un bilancio che fa tremare gli allevatori di tutta la provincia. Stavolta è successo a Pievescola, frazione di Casole d’Elsa: la scena che si ripete è sempre la stessa di fronte agli occhi attoniti degli allevatori, abituati al volere della natura ma decisi a non cedere allo scempio.

Luigi Cerone trattiene a stento la rabbia, la voce trema mentre racconta i fatti indicando quella distesa di pecore morte, poco distanti dal pascolo, nel recinto dove le teneva la notte. Una rete di protezione di poco più di un metro ma che finora era stata sicura. “Stamattina le ho trovate tutte così, sdraiate. Morte. Sgozzate. Sono 45 capi compresi gli agnelli che non sono stati toccati dai predatori ma che sono morti magari con le zampe rotte o per la paura, cercando di fuggire da quello che deve essere stato l’attacco di un branco”.

Non tutti gli animali, infatti, sono stati presi alla gola e sbranati. Alcuni non hanno subìto danni ma è ipotizzabile, secondo quanto riportato dal proprietario dopo il sopralluogo dei veterinari della Usl, della polizia municipale e della polizia provinciale, che nel caos e nella paura, alcuni piccoli siano rimasti schiacciati e altri animali adulti siano morti perché non ha retto il loro cuore.

Difficile ricostruire tutto ma l’ipotesi che si fa avanti è ancora più inquietante dell’idea dei lupi, all’indomani della protesta degli allevatori che è stata riportata dal nostro giornale: “Forse non siamo in presenza di lupi veri – ha commentato il sindaco di Casole d’Elsa, Piero Pii – almeno secondo le prime considerazioni della polizia provinciale e della municipale. Si tratta, a quanto pare, di cani incrociati anche con i lupi magari, animali che in campagna i proprietari tengono in libertà e che possono accoppiarsi con le specie selvatiche creando canidi predatori, pericolosi. Un attacco come questo non sembrerebbe infatti riconducibile al lupo. Oltretutto, tutto è avvenuto nell’area urbana, all’altezza della villa della Suvera, pochi passi dal cuore del centro abitato. Per questo abbiamo intenzione di organizzare entro la fine di gennaio un incontro pubblico con gli esperti, le associazioni di categoria, gli allevatori in modo da chiarire la questione e trovare una soluzione. A cominciare magari dalla sterilizzazione dei cani nelle aree rurali”.

E il direttore di Coldiretti Francesco Sossi – già al lavoro per chiedere conto alla Regione dei danni subiti dagli allevatori precedenti e recenti attacchi in terra di Siena – ha già una data fissata con il prefetto Renato Saccone per evidenziare il problema ormai fuori controllo della popolazione di ungulati e la presenza del lupo sul territorio: “Martedì prossimo gli imprenditori agricoli si confronteranno in prefettura su un problema che va preso in seria considerazione per la tutela non solo dell’agricoltura e della zootecnia, ma dello stesso equilibrio ambientale e per la sicurezza dei cittadini. Abbiamo ottenuto un incontro con il Prefetto – ha commentato Sossi sostenendo anche la proposta del sindaco di Casole – per esporre il problema che è di tutti, gli animali selvatici sono in crescita e alle porte della città: ungulati e di conseguenza predatori. I rappresentanti politici senesi che siedono in Parlamento e quelli della Regione si attivino per mettere all’ordine del giorno il problema. Esiste un’interrogazione parlamentare e siamo in attesa di sapere se sia stata discussa e quali siano state le risposte”.

Katiuscia Vaselli – La Nazione