12
Mar

A tutti i soci URCA

Cari amici, finita la stagione venatoria è necessario ritornare ai nostri programmi per cercare di migliorare il nostro ambiente agro-forestale e ricostituire, incrementare e ottimizzare il patrimonio faunistico di una regione che un tempo non lontano era invidiata da tutti!

Non so se la settimanale battuta a cinghiali ormai semiselvatici oppure qualche rara giornata fortunata alla migratoria possa soddisfare le esigenze dei cacciatori calabresi. Non posso crederci! E non intendo assolutamente incitare a carneficine o mattanze. Mi riferisco ad un normale esercizio venatorio basato su alcuni incontri fruttuosi e con pochi e controllati prelievi! Bisogna adeguarsi ai tempi!

E’ noto a tutti come la piccola stanziale sia praticamente scomparsa: la lepre è rara, la coturnice superstite è arroccata nei parchi, la starna è scomparsa, il fagiano pervicacemente lanciato ogni anno non alligna in nessun ambiente.

Un disastro!

La Calabria poi rimane una delle poche regioni che non annovera altri ungulati eccetto il cinghiale, salvo qualche modesta presenza di caprioli nei parchi. In tutta l’Italia centro settentrionale da circa venti anni si hanno consistenti presenze di caprioli, cervi, daini, mufloni per non parlare della zona Alpi dove è presente anche il camoscio. Tutta selvaggina cacciabile con piani di abbattimento che ne consentono peraltro un progressivo e controllato incremento: quindi l’utile e il dilettevole!

Da noi tutto questo è difficile se non impossibile. La carenza delle istituzioni e la poca incisività delle associazioni venatorie classiche ha portato a questo. Ma la carenza più grave, a parer mio, è quella dei cacciatori che non hanno saputo o voluto intervenire adeguatamente e troppo spesso si sono…rassegnati al destino avverso e crudele!

Lo dico e lo ripeto sempre: in ogni angolo del mondo la fauna si è salvata, si è incrementata, è migliorata solo quando c’è stato l’intervento dell’uomo-cacciatore. Mai per opera di ambientalisti o peggio animalisti di varia estrazione ancorchè associati ad organi istituzionali impreparati e svogliati.

Per questi motivi vi invito a diventare soci URCA ed a contattarci così da organizzare tutte quelle iniziative che a breve o medio termine potranno fare invertire tale tendenza.

I nostri programmi, giocoforza, dovranno partire da zero in quanto nulla di positivo è stato fatto in tale direzione. Ne cito solo alcuni:

  1. Costituzione di oasi di ripopolamento e cattura al fine di evitare lo scempio (anche economico) di animali da allevamento lanciati senza criterio e scomparsi dopo poche ore.
  2. Costituzione di aziende agro-forestali -anche in accordo con altre associazioni -ove poter mettere in pratica tutta l’esperienza che ci verrà trasmessa da identiche strutture delle altre regioni
  3. Controllo -anche a caccia chiusa- delle specie opportuniste (nocivi) in accordo con le guardie provinciali
  4. Corsi di aggiornamento per tutti. Corsi di “selecontrollo” per cinghiale e capriolo validi poi su tutto il territorio nazionale
  5. Aumento della vigilanza venatoria: difendere il bene comune!
  6. Proporre i calendari per specie e concedere le deroghe previste
  7. Incrementare la cinofilia di qualità e proporre anche i cani da traccia
  8. Stimolare i vertici del parco dell’Aspromonte al piano di fattibilità per gli altri ungulati ancora assenti( cervo, daino, muflone) nonché ampliare gli studi sulla selvaggina migratoria caratteristica (beccaccia,tordo,allodola,ecc)
  9. Incentivare gli appostamenti fissi specie quelli acquatici così da ricostituire zone umide.
  10. Organizzare annualmente una grande “convention” e discutere di tali problemi con esperti di chiara fama.

In attesa dei vostri riscontri invio i miei più cordiali saluti

Dott.Domenico Luppino

Presidente Urca Calabria