06
Lug

Documento programmatico

Agli Assessorati Regionali e Provinciali della Regione Calabria

Si comunica alle S.V. Ill.me che l’Associazione  ambientalista URCA Calabria , di recente riorganizzazione nell’ambito regionale, ma operativa da anni in ambito nazionale, intende proporre alcune iniziative per il miglioramento dei territori  agro-forestali e per la ricostituzione dei contingenti faunistici regionali gravemente depauperati in questi ultimi anni.

Già da tempo, l’Urca Calabria ha preso contatti con i Dirigenti del Parco dell’Aspromonte proponendo iniziative concrete basate su presupposti  di  valore scientifico indiscutibile. A tal proposito l’Associazione il 23 novembre u.s. in Palmi aveva organizzato ed effettuato un importante Convegno con la partecipazione di Illustri  oratori cultori della materia quali il Prof. Piergiuseppe Meneguz dell’Università di Torino ed Il Dott. Franco Perco Direttore del Parco Nazionale dei Sibillini, i quali hanno ribadito e puntualizzato sulle più recenti metodiche di ripristino faunistico nel contesto calabrese.

Riteniamo che sia assolutamente indispensabile che le stesse proposte  rivolte al Parco vengano indirizzate anche ai territori liberi affinchè –nel tempo – dopo la ripresa dei contingenti faunistici –  un prelievo programmato  e compatibile possa essere effettuato senza danneggiare alcuna specie, anzi facendola progredire, come avviene nelle altre regioni e nelle nazioni europee più evolute in questo campo.

I principi dell’URCA sono ormai a tutti noti e possono riassumersi in poche parole : conservazione scrupolosa dell’ambiente agro-forestale e gestione scientifica della fauna.

I benefici che si potranno ottenere da tali principi sono facilmente comprensibili e spaziano dal versante puramente  ambientale-turistico a quello gastronomico per finire a quello venatorio.

L’Associazione, che mi pregio di rappresentare in ambito regionale, sarà lieta di collaborare con i vari Enti della Calabria al fine di ottenere lusinghieri risultati così come avviene nelle  altre regioni centro-settentrionali, ove, proprio per l’azione dell’URCA gli ambienti agro forestali  sono talmente migliorati da consentire la presenza massiccia (anche talvolta invadente)  di numerose  pregiate specie selvatiche  che, fino a circa venti anni fa non esistevano.

L’azione delle associazioni ambientaliste già presenti, forse per la molteplicità dei settori a cui si sono dedicate, non ha prodotto grandi risultati sulla fauna e quindi riteniamo che un’associazione specifica come l’URCA possa essere decisiva per ribaltare l’attuale tendenza, purchè non intervengano discriminazioni  e strumentalizzazioni fuori luogo.

Qui di seguito prospettiamo le principali azioni da effettuare al fine di ripristinare , in un ambiente naturale di grandissimo valore ed alta suggestione, la componente faunistica indispensabile e logica:

  1. Studio di fattibilità per la reintroduzione di tutti gli altri ungulati – al di fuori del cinghiale già presente – nelle varie aree vocate tenendo presente che la “fattibilità” per il capriolo è già stata effettuata per il Parco dell’Aspromonte e quindi tale specie potrebbe essere immediatamente immessa.
  2. Creazione delle “oasi di ripopolamento e cattura” secondo piani scientifici precisi. Ciò perché inormai i territori sono completamente vuoti di selvaggina naturale, altrimenti sarebbe stato sufficiente gestire le popolazioni superstiti per ottenere i migliori risultati possibili. Le oasi dovrebbero interessare, oltre ai suddetti ungulati,   anche la Lepre, la coturnice ed il  fagiano. Per la starna, ormai scomparsa da decenni, si dovrebbe effettuare uno studio di fattibilità ad hoc.
  3. Abolire nel modo più assoluto i così detti ripopolamenti con selvaggina di(troppo semplicisticamente propagandata per selvaggina di cattura)  che, oltre a non dare alcun risultato pratico,  sono spesso  causa di epidemie dannose, anzi forse la causa prima della scomparsa della selvaggina naturale!
  4. della caccia alla selvaggina migratoria  secondo canoni già codificati e calendari specifici.
  5. Controllo delle specie “opportuniste” (corvo,cornacchia,gazza,volpe,faina,donnola,ecc) anche a caccia chiusa, responsabili dell’altra grossa percentuale di rarefazione di selvaggina naturale.
  6. Lotta al bracconaggio in tutte le forme (caccia di frodo, notturna, lacci, reti, tagliole, ecc.)
  7. Incremento della cinofilianei vari settori  settori
  8. Corsi per “selecontrollore” sia per il cinghiale ( anche per la caccia collettiva , come avviene ovunque))  che per altre specie (capriolo) effettuati con la massima serietà ed intransigenza,  così da elevare la cultura venatoria degli appassionati e convertirli ad un ambientalismo moderno edsenza peraltro rinunciare alla passione preferita.

URCA Calabria si impegna fin da ora alla realizzazione di questo programma iniziale minimo, confidando che le Autorità preposte si rendano conto della improcrastinabilità di tali obiettivi già abbondantemente raggiunti nelle altre regioni.

Palmi, 25  maggio  2013

Distinti ossequi

Il Presidente di URCA Calabria

Dott. Domenico Luppino